Tra le tante variabili che complicano la vita dei contribuenti alle prese con il debutto effettivo della Tasi c’è la quota a carico degli occupanti nelle case in cui abita “un soggetto diverso dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare”. Si tratta di quella che per semplicità è stata chiamata la “quota inquilini”. Anche su questo aspetto i Comuni, che possono mettere a carico dell’occupante una quota compresa fra il 10 e il 30% della Tasi dovuta sull’immobile, sono andati in ordine sparso. Il primo aspetto da verificare è ancora una volta la delibera comunale. Quando la Tasi di applica anche lontano dall’abitazione principale, bisogna cercare la ripartizione fra inquilino e proprietario; se la delibera la trascura, l’inquilino è chiamato a pagare la quota minima del 10%. Anche se l’inquilino utilizza l’immobile come “abitazione principale”, la misura totale del tributo è legata alla condizione del proprietario.
(Il Sole 24 Ore del 12 giugno 2014 – Gianni Trovati pag. 43)
Monza e Brianza – Desio 13/06/2014