Il punto di partenza del nuovo redditometro sono gli esborsi già conosciuti dall’Amministrazione Finanziaria, oltre a risparmi e investimenti.
Tale posizione, chiarita dalla circolare n. 24/E dell’Agenzia delle Entrate, è stata scelta per far scivolare in secondo piano le medie ISTAT, tanto contestate dagli addetti ai lavori.
Tra le spese certe su cui si baserà la selezione dei soggetti da controllare ci sono anche quelle comunicate al Fisco attraverso la dichiarazione dei redditi (ad esempio tutte le voci di uscita che a vario titolo accedono a deduzioni dall’imponibile o detrazioni dall’imposta).
Si aggiungono inoltre le agevolazioni di larga diffusione: i casi più emblematici sono quelli delle spese sanitarie (la detrazione del 19 per cento ha riguardato quasi 16 milioni di contribuenti lo scorso anno) o la deduzione per l’abitazione principale (oltre 17 milioni e mezzo di italiani ne beneficiano). E, restando in tema di immobili, ci sono tutte le uscite sostenute per la ristrutturazione o il risparmio energetico o ancora lo sgravio dell’imposta per i mutui connessi all’acquisto o alla costruzione della casa.
Infine, anche i contributi previdenziali versati nell’anno d’imposta possono concorrere alla selezione dei contribuenti da controllare con il nuovo redditometro: è il caso dei contributi previdenziali e assistenziali, per i fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale, per le forme pensionistiche complementari e individuali che accedono alla deduzione.
(Il Sole 24 Ore del 9 settembre 2013)
Monza e Brianza – Desio 11/09/2013