Ragionieri in pensione (di vecchiaia) a 68 anni, con anzianità minima di 40 anni e in trattamento anticipato a 63 anni, con anzianità minima di 20 anni. Questo il trattamento a regime per i professionisti iscritti a partire da gennaio 2013 laddove prima si andava in pensione a 65 anni con 30 di contributi; e proprio per questo è stato introdotto un criterio di gradualità nel raggiungimento del requisito a regime per i nati entro il 31 dicembre 1962. Naturalmente, l’altro pilastro della manovra è costituito dall’innalzamento delle aliquote contributive che passano, da inizio 2013, dall’8 al 10% per poi aumentare di un punto all’anno per i prossimi 5 anni e raggiungere il 15% nel 2018. Anche sulla scorta di queste modifiche, i ministeri vigilanti hanno approvato ieri la riforma della Cassa dei Ragionieri. Si conclude così un iter iniziato a novembre 2012, quando il comitato dei delegati aveva varato una articolata riforma della previdenza, in ottemperanza a quanto previsto dall’art.24, co.24, del D.L. n.201/11, convertito nella L. n. 214/11 (il cosiddetto Salva-Italia). Una stabilità economica a cui contribuirebbe anche l’obbligo per gli esperti contabili di iscriversi all’ente previdenziale dei ragionieri che verrebbe stabilito per legge.
(Il Sole 24 Ore del 15 novembre 2013 – Giorgio Costa pag. 30)
Monza e Brianza – Desio 15/11/2013