Conto alla rovescia per sfruttare la chance del risparmio fiscale sulle plusvalenze. Entro il 30 settembre si può comunicare alla banca o all’intermediario finanziario l’intenzione di esercitare l’opzione di affrancamento, che permette di sfruttare un’imposta sostitutiva del 20% (pari quindi alla precedente aliquota sulle rendite finanziarie) per pagare al Fisco le imposte sulle plusvalenze maturate e non realizzate al 30 giugno scorso. Una sorta di ultimo appello per evitare la nuova aliquota al 26% introdotta dal decreto Irpef (D.L. n.66/14) e in vigore dal 1° luglio. La convenienza dell’affrancamento, però, non riguarda tutti i contribuenti. Il risparmio fiscale è connesso a una serie di variabili: le minusvalenze realizzate già presenti nel dossier titoli, la loro data di scadenza, l’intenzione del risparmiatore di cedere o meno i titoli plusvalenti in un futuro più o meno prossimo. Molto dipende anche dall’andamento dei titoli in portafoglio. Un eventuale rialzo dei prezzi potrebbe indurre ad “aggiornare” il valore fiscale in vista di una futura cessione degli stessi. Al contrario, l’aspettativa di una discesa dei prezzi dei titoli potrebbe indurre a non effettuare l’affrancamento, in quanto l’imposta sarebbe pagata su una ricchezza al momento solo virtuale.
(Il Sole 24 Ore del 16 settembre 2014 – Francesca Milano e Giovanni Parente pag. 33)
Monza e Brianza – Desio 16/09/2014