Nella seduta di ieri pomeriggio il Senato ha approvato definitivamente la legge di conversione del D.L. n.65/15 varato dal Governo per recepire gli effetti della sentenza della Corte costituzionale sulla mancata perequazione dei trattamenti pensionistici nel biennio 2012/13. Il D.L. 201/11 ha bloccato l’adeguamento all’inflazione delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo. Successivamente la Legge di stabilità per il 2014 ha riconosciuto gli aumenti senza prevedere alcuna forma di recupero per gli anni passati. La Corte costituzionale, dichiarando l’incostituzionalità della norma con la sentenza n.70/15, ha fatto sì che il governo corresse ai ripari. Tuttavia quello che sarà riconosciuto il prossimo 1° agosto ai pensionati aventi diritto (cioè coloro che hanno un importo lordo compreso tra tre volte e sei volte il trattamento minimo) non corrisponde a quanto effettivamente avrebbero dovuto percepire se non fosse stato previsto il blocco del 2011. In altri termini, quello che l’Inps riconoscerà, è solo un importo una tantum, senza possibilità di consolidare in misura piena tale arretrato. In pratica il cosiddetto “effetto trascinamento” è limitato a una piccola percentuale, via via decrescente in funzione della classe di importo dell’assegno pensionistico.
(Il Sole 24 Ore del 16 luglio 2015 – Fabio Venanzi pag. 37)
Monza e Brianza – Desio 18/07/2015