Ora è ufficiale. La seconda rata Imu non andrà pagata. Ma l’abolizione, disposta con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri di ieri non sarà totale. Almeno per chi risiede in un comune che ha alzato le aliquote rispetto al 2012 e che dovrà ora passare alla cassa (entro il 16 gennaio 2014) per versare la differenza tra il 50% del tributo pagato nel 2012 e il 50% di quello che avrebbe dovuto corrispondere quest’anno. Una scelta che di fatto lascia sulle spalle dei cittadini almeno metà dei 500 milioni di maggiori rimborsi ai sindaci e che ferma a quota 2,1 miliardi il conto dello stop al saldo dell’imposta municipale 2013. Risorse che arriveranno da una doppia stangata su banche e assicurazioni. Su entrambi i nodi che fino a ieri avvolgevano il provvedimento e che hanno determinato il ripetuto slittamento del suo varo il governo ha optato per una soluzione di compromesso. Sui beni agricoli lo stop del saldo riguarderà «i fabbricati rurali e i terreni agricoli per la parte coltivata».
(Il Sole 24 Ore del 28 novembre 2013 – Eugenio Bruno e Marco Mobili pag. 3)
Monza e Brianza – Desio 29/11/2013