I controlli da redditometro sono partiti. Gli uffici dell’Agenzia delle Entrate hanno già spedito circa 17mila inviti al contraddittorio. Ma le attese di recupero di gettito “sommerso” sono piuttosto scarse. Non solo perché il numero delle verifiche basate sul rapporto tra reddito dichiarato e tenore di vita è stato tagliato da 30mila a poco meno di 20mila, ma soprattutto in quanto, alla prova dei fatti, il redditometro si sta rivelando tutt’altro che efficace. I funzionari dell’Agenzia si stanno trovando ad agire con uno strumento di controllo assolutamente snaturato e depotenziato rispetto alla versione originale e a quelle che erano, in fondo, le intenzioni del Legislatore. Questo principalmente a causa delle modifiche che sono state apportate alla disciplina dopo i rilievi mossi dal garante della Privacy. In particolare, come precisato l’Agenzia nella Circolare n.6/E/14, tenendo conto del parere del garante della Privacy del 21 novembre 2013, ha escluso dal nuovo accertamento sintetico, sia in fase di selezione che di contraddittorio, le spese correnti determinate solo con la media Istat (ad esempio alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, alberghi e viaggi organizzati). Inoltre, la tipologia di famiglia di appartenenza (lifestage) viene messa a confronto con i dati dell’anagrafe comunale e il “fitto figurativo”, attribuito nei casi in cui non si conosce la disponibilità di un’abitazione nel comune di residenza, entra in scena solo nella fase del contraddittorio.
(Il Sole 24 Ore del 17 luglio 2014 – Marco Bellinazzo pag. 35)
Monza e Brianza – Desio 17/07/2014