La fatturazione elettronica – unitamente all’identità digitale e all’attuazione della nuova anagrafe della popolazione residente – costituisce una delle priorità individuate dal Governo per dare attuazione all’Agenda digitale. Quando si parla di fattura elettronica ci si riferisce non solo a quella diretta a certificare le operazioni intercorse tra privati ma anche a quella che dovrà essere obbligatoriamente emessa in tale forma dai fornitori di pubbliche amministrazioni. La Commissione europea ha individuato e disciplinato nel tempo la fattura elettronica, semplificandone anche l’utilizzo. La fatturazione elettronica non è altro infatti che il processo automatizzato di emissione, invio, ricezione ed elaborazione dei dati delle fatture per via elettronica. Costituisce infatti uno dei passaggi in cui si struttura la rete dei processi aziendali e delle procedure, comunemente indicate come ciclo attivo (ordine-incasso) dal punto di vista del fornitore, e ciclo passivo (acquisto-pagamento) dal punto di vista dell’acquirente. Con la direttiva comunitaria 2010/45/Ue del Consiglio, recepita in Italia dal 1° gennaio 2013 dalla L. 228/12 (legge di Stabilità 2013), è stata dettata una serie di indicazioni e misure di semplificazione circa le modalità di emissione, gestione e conservazione della fattura elettronica, modificando quanto a suo tempo prescritto con la direttiva 2001/115/Ce (recepita in Italia dal D.Lgs. 52/2004). L’adeguamento alla normativa comunitaria è stato realizzato intervenendo direttamente nel corpo del DPR 633/1972 in particolare agli artt.21 e 39.
(Il Sole 24 Ore del 6 novembre 2013 – Alessandro Mastromatteo e Benedetto Santacroce pag. 19)
Monza e Brianza – Desio 08/11/2013