Locare o non locare? È il dubbio amletico che attanaglia i proprietari di seconde case non locate di fronte alle novità fiscali sui redditi fondiari in vigore per l’anno di imposta 2013. Ecco in breve gli aspetti salienti che sono alla base delle decisioni dei proprietari, con particolare riguardo agli effetti fiscali e alla compilazione dei modelli dichiarativi.
Il maggior carico fiscale per i redditi derivanti da case sfitte, la cedolare secca più appetibile, una disciplina fiscale sfavorevole e immutata rispetto ai canoni non riscossi, rendono le decisioni dei proprietari particolarmente attente in un momento storico di crisi con conseguenti aumenti di cause civili per l’ottenimento sia del provvedimento di convalida dello sfratto che la riscossione dei relativi canoni locativi.
La Legge di Stabilità (art. 1, comma 717, L. n. 147/2013) rivede la tassazione degli immobili non locati. È infatti stabilito che il reddito degli immobili:
- ad uso abitativo
- situati nello stesso comune dove si trova l’abitazione principale del contribuente
- assoggettati all’imposta municipale propria
concorre alla formazione del reddito complessivo in ragione del 50%, e viene assoggettato a IRPEF e relative addizionali.
Monza e Brianza – Desio 28/02/2014