Studi di settore verso l’addio. A fargli posto saranno gli «indicatori di compliance». Gradualmente, almeno secondo una nota diramata dal Mef, ma tutto lascia intendere che il processo potrebbe subire un’accelerazione con la prossima legge di Bilancio. Con il progetto messo a punto dalla Sose e dall’Agenzia delle entrate, l’Amministrazione finanziaria abbandonerà gli studi come strumento di accertamento presuntivo, per far posto a uno strumento che con un dato sintetico riesca a fornire, su una scala da 1 a 10, il grado di affidabilità del contribuente. Come spiega la nota del Mef, infatti, se il contribuente raggiunge un grado elevato di compliance avrà accesso al sistema premiale che già oggi prevede, tra l’altro, un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l’esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità. Il nuovo indicatore sarà articolato in base all’attività economica svolta in maniera prevalente, con la previsione di specificità per ogni attività o gruppo di attività. Innovativa anche la base metodologica statistico-economica su cui sarà costruito l’indicatore. Questa prenderà in considerazione più elementi come gli indicatori di normalità economica che fino a oggi sono stati utilizzati per la stima dei ricavi e che diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità. Saranno stimate più basi imponibili: in sostanza non si guarderà più solo ai ricavi ma saranno stimati anche il valore aggiunto e il reddito d’impresa.
(Il Sole 24 Ore del 8 settembre 2016 –Marco Mobili e Giovanni Parente pag. 5)
Monza e Brianza – Desio 10/09/2016