LA CAMBIALE TORNA DI MODA

― 31 Maggio 2013

Torna di moda la cambiale. L’uso del titolo di credito ha registrato un aumento del 5% rispetto al 2011. In crescita anche il valore per cui sono emesse, +2% rispetto al 2011. Allo stesso tempo crescono anche i protesti. Sono questi i dati del rapporto predisposto dall’Ufficio studi Unirec sull’andamento dei servizi di credito.

Dall’osservatorio privilegiato delle società di recupero crediti emerge che, nel 2012, famiglie e imprese italiane hanno lasciato in sospeso pagamenti per circa 34 miliardi di euro (33, 717 mld euro, pari al 78,5% dei circa 43 mld euro affidati alle società di recupero) nei confronti di banche, società finanziarie, multiutilities, telecomunicazioni e pubblica amministrazione. Un dato in aumento del 17% rispetto al 2011 (29 mld euro) e, addirittura, del 48% rispetto al 2010 (23 mld euro), ancora più indicativo se si pensa che ben 24 mld euro (pari al 71% del totale) sono relativi alle sole famiglie.

A questo va aggiunto il dato del forte ritorno all’uso delle cambiali (il loro numero è aumentato del 5% rispetto al 2011 e, addirittura, del 44% rispetto al 2009, mentre il loro ammontare complessivo ha fatto registrare un +2% rispetto al 2011 e un +17% rispetto al 2009) e dell’incremento dei protesti, in crescita da ormai 5 trimestri consecutivi.

Dal Rapporto predisposto dall’Ufficio Studi Unirec, coordinato dal consigliere Claudio Iovino, emerge che il fatturato complessivo del settore Tutela del Credito nel 2011 sfiora il miliardo di euro: 983 mln (+9% rispetto al 2010, 905 mln ), di cui 744 mln (+1% rispetto al 2010, 733 mln ) relativi al solo recupero crediti conto terzi.

Dal Terzo Rapporto Annuale emerge, inoltre, che le regioni italiane più«indebitate», quelle, cioè, con la maggiore entità di importi affidati, sono la Sicilia (15% del degli importi totali), la Campania (14%), la Lombardia (13%) e il Lazio (8%), mentre quelle più«virtuose» sono la Basilicata (1%), il Molise (1%), il Trentino (<1%) e la Valle d’Aosta (<1%): un dato che, ovviamente, risente dell`entità della popolazione dei territori, anche se, nelle aree più critiche e nelle regioni con situazioni socio-economiche più difficili, si rileva un tasso di recupero dei crediti decisamente minore. Venendo ai settori economici delle committenti affidatarie dei crediti, si registra una netta preponderanza dal settore bancario, finanziario e leasing (25,4 miliardi, pari al 59% del totale) – che corrispondono a rate di prestiti, rate per acquisto di beni di largo consumo, rate di mutui, scoperti di conti bancari, carte di credito revolving e canoni di leasing, cui seguono utility e telecomunicazioni (14,6 miliardi, il 34%), riguardanti bollette insolute per servizi di prima necessità quali luce, acqua, gas e telefono – e crediti commerciali e di altra natura (3 miliardi, il 7%).

(Italia Oggi del 25 maggio 2013, pag. 22)

 

Monza e Brianza – Desio 31/05/2013

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